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GDO e agricoltura: ci pensa il Trade Partnership Manager

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GDO e agricoltura: ci pensa il Trade Partnership Manager

mercoledì 9 dicembre 2020

Coltivare per la grande distribuzione non è semplice.
Ci vuole un occhio attento alle esigenze dei consumatori, sempre più specifiche e in continua evoluzione; e ci vuole anche un canale di comunicazione diretto con i buyer della GDO, attraverso il quale poter dare risalto alle caratteristiche del prodotto che si propone.


Un compito complesso, che distoglierebbe l’attenzione del produttore dal suo lavoro in campo facendolo rinunciare a risorse e tempo prezioso.
E quindi? Quindi ci ha pensato Seminis, con la figura del Trade Partnership che si occupa di supportare i produttori nella relazione con la grande distribuzione.

Abbiamo intervistato Gianni Franco, Trade Partnership Manager di Seminis Italia, per scoprire di più su questa figura professionale.

Cos’è un Trade Partnership Manager e in cosa consiste il tuo lavoro?

Il Trade Partnership lavora nella parte finale della filiera, a contatto con la grande distribuzione. Il suo compito è supportare gli agricoltori nella relazione con i buyer. Interpreta, media e indirizza i bisogni commerciali della GDO (che il più delle volte corrispondono con quelli cliente finale), così da garantire un perfetto incontro tra domanda e offerta, promuovendo i suoi prodotti.

Come può il tuo lavoro essere di supporto agli agricoltori?

Ciò che faccio ogni giorno è mettere in comunicazione il mondo della grande distribuzione con i produttori, per agevolare la diffusione e la vendita dei loro prodotti.
In altre parole, mi faccio portavoce delle peculiarità dei prodotti Seminis, dando voce agli agricoltori che, con passione e dedizione, rendono possibili le produzioni orticole in un contesto in continua evoluzione.

Che importanza ha la GDO per il mercato ortofrutticolo italiano?

La GDO detiene il 65% del mercato di vendita dei prodotti ortofrutticoli. Con la situazione particolare dell’emergenza Covid-19 questa quota è cresciuta ulteriormente, grazie all’aumento dei consumi domestici: si tratta, quindi, di un canale di estrema importanza nel mercato ortofrutticolo italiano.

Quali sono le richieste della GDO per quanto riguarda frutta e verdura? Quali caratteristiche contano di più e quali di meno?

La GDO chiede fondamentalmente quello che chiedono i consumatori: un prodotto italiano di qualità, quindi bello esteticamente e gustoso, ma anche sostenibile.
Il consumatore di oggi è più consapevole: presta grande attenzione al contenimento degli sprechi e si orienta su quelle varietà che offrono una migliore conservabilità in frigorifero. Un altro tema sensibile è quello degli imballaggi, con preferenza per l’utilizzo di film compostabili.
Ultimo aspetto, ma non meno importante, è l’utilizzo di prodotti chimici nella coltivazione: un tema sul quale le varietà Seminis hanno un notevole vantaggio. Infatti, sono il risultato di una selezione genetica orientata proprio ad aumentarne la resistenza naturale ai patogeni.
Per quanto riguarda, invece, la grande distribuzione, le esigenze principali sono, oltre naturalmente alla shelf-life, senza dubbio il mantenimento di una qualità costante nelle forniture annuali.

Che importanza danno le grandi catene GDO alla tracciabilità della filiera? E alla sostenibilità?

La tracciabilità per la GDO ha un’importanza pari a quella della sostenibilità: entrambi gli aspetti agiscono sul consumatore finale come rassicurazioni riguardo alla qualità del prodotto. La certezza che un ortaggio sia stato coltivato in Italia, nel rispetto degli opportuni disciplinari, infatti, dà la garanzia di un prodotto sano.

In che modo la proposta di Seminis Italia va a soddisfare questi bisogni?

Nell’ambito di ogni singolo segmento merceologico la grande distribuzione pone sempre maggiore attenzione alla genetica, ossia alle varietà.
Faccio un esempio: nel mercato del datterino ci sono differenze importanti che caratterizzano le molte varietà presenti sul mercato.
Lo scrupoloso lavoro di selezione e sviluppo delle nuove varietà fatto con grande competenza e passione dai genetisti Seminis, parte dall’analisi di tutto ciò che offre il segmento, puntando a un miglioramento soprattutto, come dicevo prima, sul piano delle resistenze.
Quando proponiamo una nuova varietà, è il risultato di anni di test in laboratorio e in campo e si tratta sempre di qualcosa di nuovo ed estremamente valido.
Proprio su questa proposta lavora il Trade Partnership, facendo conoscere e illustrando nel dettaglio ai buyer gli elementi che caratterizzano ogni nuova varietà. Così facendo, si genera automaticamente la domanda anche per i nostri produttori.

Come si diventa una varietà apprezzata dai buyer della GDO?

Sono diversi gli aspetti che concorrono a questo risultato: innanzi tutto, il fatto che una varietà abbia un ampio calendario di raccolta, una qualità costante e una produttività adeguata. È importante inoltre che offra tutte le resistenze al momento disponibili, in modo che gli agricoltori possano produrre con un minimo impiego di prodotti chimici oppure in regime biologico. Naturalmente, come ho già detto, è apprezzata anche una buona conservabilità. Ma soprattutto è importante che i prodotti finali siano apprezzati dai consumatori dal punto di vista del gusto. Tutte queste variabili vengono tenute in grande considerazione nella scelta di una varietà da parte del buyer.

Cosa è cambiato nel tuo lavoro con l’emergenza COVID-19?

La situazione del COVID-19 ha cambiato le nostre abitudini di acquisto e consumo, ma sono convinto che molti aspetti fossero già presenti e che l’emergenza sia solo servita da stimolo per renderli palesi.
Mi riferisco al consumatore che vuole essere sempre più informato su ciò che porta sulla propria tavola ed è orientato alla scelta di prodotti per un’alimentazione sempre più sana.
In questo scenario il prodotto locale italiano, frutto di un’agricoltura sempre più sostenibile, avrà un ruolo sempre più centrale.
La grande distribuzione tiene molto a comunicare questi concetti ed è evidente che il mondo della produzione si deve adeguare per fornire prodotti che soddisfino questa richiesta.
D’altra parte noi di Seminis, come ditta sementiera, mettiamo in campo tutti gli sforzi per stare vicini a tutti i protagonisti della filiera agroalimentare: dal produttore al rivenditore, dal grossista alla grande distribuzione fino al consumatore finale.
È lui, il consumatore, l’unico giudice del successo dei nostri prodotti ed qui che si gioca il lavoro del Trade Partnership: nel far incontrare i bisogni in continua evoluzione dei consumatori con le peculiarità delle varietà prodotte dai nostri clienti.

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